Carbonio incorporato: come affrontarlo

Erica Galluzzo
Date30 Settembre 2024

Il cambiamento climatico pone il settore immobiliare, responsabile del 39% delle emissioni globali di carbonio, di fronte a sfide significative per la decarbonizzazione. Il settore edilizio deve fare la sua parte nell’affrontare questa emergenza climatica. Il percorso verso il net zero inizia considerando l’intero ciclo di vita degli edifici per definire un inventario delle fonti di emissioni e di come possano essere ridotte. A differenza del carbonio operativo, che può essere ridotto attraverso misure di efficienza energetica e l’utilizzo di maggiori  energie rinnovabili, il carbonio incorporato è integrato negli edifici. Il World Green Building Council stima che entro il 2050 potrebbe rappresentare la metà dell’intera impronta di carbonio delle nuove costruzioni.

Secondo la Commissione Europea (2020), il carbonio incarnato si riferisce alle “emissioni di gas a effetto serra associate alla fase non operativa di un progetto, vale a dire le emissioni rilasciate attraverso l’estrazione, la produzione, il trasporto, l’assemblaggio, la manutenzione, la sostituzione, la decostruzione, lo smaltimento e gli aspetti legati alla fine del ciclo di vita dei materiali e dei sistemi che compongono un edificio.”

Il carbonio incorporato è fondamentale per comprendere l’intera impronta di carbonio di un edificio, soprattutto quando il carbonio operativo diminuisce grazie a progetti più efficienti e a energie rinnovabili. In questo articolo  verranno analizzate le diverse azioni che si possono intraprendere per ridurre efficacemente il carbonio incorporato. Dal riutilizzo degli edifici e dalla scelta di materiali sostenibili all’ottimizzazione del processo di progettazione, questo articolo delinea un approccio pratico per ridurre l’impatto ambientale degli ambienti costruiti, sia nuovi che esistenti.

Dall’analisi del ciclo di vita ai materiali sostenibili

Il primo passo per affrontare il problema del carbonio incorporato è quello della valutazione del ciclo di vita degli edifici esistenti e nuovi. Questa analisi è fondamentale per misurare e tenere traccia del carbonio incorporato, consentendo di intervenire in ogni fase: 

  • Nella fase di produzione, il carbonio incorporato  è associato principalmente all’approvvigionamento delle materie prime, al loro trasporto e ai processi di produzione coinvolti.
  • Durante la fase di costruzione, il carbonio incorporato  continua ad accumularsi attraverso il trasporto dei materiali al sito e i processi di costruzione e installazione. 
  • La fase di utilizzo contribuisce all’accumulo di carbonio incorporato attraverso attività quali l’uso continuo dell’edificio, la manutenzione regolare, le riparazioni e la sostituzione o il rinnovo dei componenti. 
  • Il carbonio incorporato deve essere considerato anche nella fase di fine vita, quando l’edificio viene demolito. Questo include il trasporto dei materiali, le attività di demolizione e il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti.

L’ ottimizzazione dell’impronta di carbonio di un edificio nel corso della sua vita comporta un bilanciamento tra la riduzione delle emissioni operative e l’aumento del carbonio incorporato per migliorare le prestazioni energetiche dell’asset.

Per approfondire: Quali sono i dati disponibili per condurre un Life Cycle Assessment degli edifici in Europa?

Il carbonio incorporato nei nuovi edifici

Secondo il rapporto Embodied Carbon of Retrofits Ensuring the ecological payback of energetic retrofits, la costruzione di nuovi edifici è responsabile fino al 70% del carbonio incorporato, una percentuale suddivisa tra costruzione, trasporto e demolizione dei materiali da costruzione. Tuttavia, la costruzione di nuovi materiali contribuisce alla quota maggiore (83% delle emissioni), facendo sì che il carbonio incorporato dei nuovi edifici superi le emissioni di carbonio operative.

Per ridurre queste emissioni, la normativa RE2020 in Francia introduce requisiti per l’intero ciclo di vita di un edificio. Tra i suoi tre obiettivi principali, la RE2020 prevede la riduzione dell’impatto di carbonio delle nuove costruzioni entro il 2031, dove la soglia massima in kgCO2/m2 sarà abbassata di oltre il 30% rispetto al livello di riferimento attuale.

Il carbonio incorporato negli edifici già esistenti

Nel corso della loro vita, questi edifici vengono sottoposti a ristrutturazioni e rinnovamenti, contribuendo a circa il 33% delle emissioni di carbonio dovute al carbonio incorporato – una diversa ripartizione tra carbonio incorporato e operativo rispetto alle nuove costruzioni. Gli edifici esistenti non sono spesso efficienti dal punto di vista energetico, ma è possibile effettuare interventi mirati di adeguamento per ridurre le emissioni operative, abbassando l’impronta di carbonio complessiva.


L’approccio del payback consente all’industria di calcolare quanti anni occorreranno perché il carbonio incorporato aggiunto da un edificio sia compensato dai carboni operativi. Per interventi di retrofit significativi, questo approccio può richiedere fino a 15 anni.

Scopri di più : Come affrontare le sfide del carbonio incorporato nel 2023?

Costruire meglio

Il primo passo per affrontare il problema del carbonio incorporato è costruire in modo più efficiente fin dall’inizio. Oltre a implementare misure negli edifici nuovi ed esistenti, è fondamentale dare priorità a materiali efficienti e all’ottimizzazione strutturale nella progettazione. In questo modo si potrà garantire che ogni scelta di materiale contribuisca a un futuro più sostenibile e a basse emissioni di carbonio nell’ambiente costruito. Ad esempio, la costruzione modulare può ridurre il consumo energetico fino al 67% rispetto ai metodi tradizionali.

Contabilità del carbonio nel settore immobiliare: Una guida per il settore immobiliare per una definizione comune dell’impronta carbonica.

Retrofitting: riutilizzo degli edifici 

Quando: Durante la fase operativa e di utilizzo.

Perché: Le strategie di retrofit, che prevedono il miglioramento delle strutture esistenti piuttosto che la costruzione di nuove, offrono una soluzione semplice per affrontare il problema del carbonio incorporato negli edifici.

Un rapporto 2023 di Build Change ha analizzato oltre 300 casi di studio e ha scoperto che l’adeguamento delle abitazioni per resistere ai disastri può ridurre le emissioni di carbonio incorporato del 68% rispetto alle nuove costruzioni. Non solo l’adattamento è più efficiente dal punto di vista delle emissioni di carbonio, ma evita anche di ricostruire le abitazioni dopo le catastrofi, che possono  essere costose e dispendiose dal punto di vista delle risorse. Inoltre, gli interventi di retrofit sono più convenienti nel lungo periodo, consentendo un risparmio sostanziale nel tempo e contribuendo a un ambiente costruito più sostenibile e resiliente.

Nel riutilizzo degli edifici si possono attuare diverse misure di retrofitting per migliorare l’efficienza energetica e ridurre il carbonio incorporato. Ad esempio, limitare le superfici vetrate è fondamentale perché contribuisce a ridurre il guadagno di calore e il consumo energetico. Un altro esempio è la sostituzione delle vetrate esistenti con modelli che filtrano meglio le radiazioni solari e l’aggiunta di protezioni solari come tende o persiane che ottimizzano ulteriormente le prestazioni energetiche. Le soluzioni comprendono anche l’utilizzo di sistemi di free cooling o della ventilazione notturna che permettono di raffreddare l’edificio immettendo aria esterna più fredda durante la notte. Questa soluzione può ridurre in modo significativo il ricorso all’aria condizionata, consentendo un notevole risparmio di energia elettrica.

Retrofitting: 5 motivi per cui non dovreste trascurarlo.

Scegliete miscele di calcestruzzo a basse emissioni di carbonio

Quando: Durante la fase di costruzione di un nuovo edificio.

Perché : Il cemento, che rafforza il calcestruzzo, viene prodotto bruciando il calcare in forni a temperature estremamente elevate. Questo processo si basa in genere su carbone in polvere o gas naturale come combustibile, consumando molta energia e rilasciando notevoli emissioni di  CO₂.

 Il calcestruzzo rappresenta il 50-85% del carbonio incorporato in qualsiasi progetto edilizio, il che evidenzia  la necessità di pratiche costruttive più sostenibili. Il calcestruzzo a basse emissioni di carbonio è progettato per avere un’impronta di carbonio significativamente ridotta rispetto al calcestruzzo tradizionale, rendendolo un’opzione più sostenibile per i progetti edilizi. Progressi come il calcestruzzo autorigenerante, sostenuti da iniziative come la GCCA (Global Cement and Concrete Association), migliorano ulteriormente la durata e la sostenibilità dei materiali da costruzione.

Scegliere materiali a bassa intensità di carbonio 

Quando: In caso di retrofit  di edifici esistenti o durante la fase di costruzione di nuovi edifici.

Perché: La scelta di materiali più sostenibili e a bassa emissione di carbonio è fondamentale per ridurre l’impronta di carbonio incorporata di un edificio. La scelta di materiali a bassa  intensità di carbonio può ridurre in modo significativo l’impatto ambientale complessivo della costruzione. Questo approccio implica la scelta di materiali con un minore contenuto di carbonio incorporato e la riduzione delle quantità di materiali ad alta emissione, come il calcestruzzo e l’acciaio, tradizionalmente utilizzati in grandi quantità. Un ‘attenta selezione e riduzione di questi materiali può portare a sostanziali riduzioni del carbonio incorporato.

La sfida della decarbonizzazione del settore edilizio è aiutata dallo sviluppo di sistemi strutturali alternativi come il mass timber (una famiglia di prodotti in legno ingegnerizzato noti per la loro resistenza, durata, versatilità e sostenibilità) e di innovazioni come l’isolamento NGX (che può contribuire a ridurre le emissioni di gas serra e offre una riduzione di oltre l’80% del carbonio incorporato del prodotto).

Dare priorità al riutilizzo di materiali e prodotti

Quando: Sia nelle nuove costruzioni che nelle ristrutturazioni, sia nella fase di costruzione che in quella di fine vita di un edificio.  

Perché: I materiali da costruzione rappresentano un punto cruciale per ridurre l’impronta di carbonio di un edificio. Due strategie chiave sono la conservazione e il riutilizzo, che evitano l’introduzione di nuovo carbonio preservando gli elementi strutturali esistenti. Puntare su elementi e assemblaggi ad alta massa, come la sottostruttura, la sovrastruttura e le pareti, può portare a significative riduzioni di carbonio. Anche alcune misure, come l’incorporazione di aggregati riciclati nelle miscele di calcestruzzo, possono portare a sostanziali riduzioni di carbonio. In definitiva, dare la priorità all’economia circolare acquistando i materiali da costruzione a livello locale riduce ulteriormente il carbonio incarnato, creando un processo di costruzione più sostenibile.

 Secondo RICS, nel Regno Unito si potrebbero risparmiare 3,3 milioni di tonnellate di CO2 all’anno riutilizzando i materiali da costruzione attualmente trattati come rifiuti. Grazie al loro valore economico, materiali come l’acciaio sono già altamente riciclati. Tuttavia, il settore immobiliare deve estendere questa pratica a un maggior numero di materiali. Anche i Paesi con i migliori risultati si affidano ancora alle tecniche di recupero e riciclaggio dei rifiuti. Il riutilizzo di materiali chiave come il cemento, l’alluminio o la plastica potrebbe contribuire a ridurre una grande quantità di emissioni.

Nooco, leader francese per la valutazione del ciclo di vita degli edifici 

Nooco, acquisita da Deepki, è una piattaforma SaaS esperta in LCA (Life-Cycle Assessment) e una soluzione progettata per una maggiore trasparenza sul carbonio nei progetti edilizi. Elementi come la sovrastruttura, le fondamenta, l’impianto idraulico, le facciate e le finiture possono contribuire in modo significativo all’impronta di carbonio di un edificio. L’obiettivo di Nooco è quello di aiutare gli operatori del settore immobiliare a visualizzare l’impatto di questi elementi e ad attuare misure per ridurre il carbonio incorporato negli edifici. La dettagliata valutazione del ciclo di vita di un edificio di Nooco evidenzia le aree di miglioramento e aiuta a selezionare le migliori alternative di prodotto o a ripensare l’intero progetto per fare scelte più sostenibili. Costruttori, proprietari di beni, operatori e produttori possono misurare e ottimizzare l’impatto ambientale dei loro progetti di nuova costruzione, ristrutturazione o gestione.

Affrontare il problema del carbonio incorporato richiede un approccio strategico focalizzato su azioni chiave durante l’intero ciclo di vita degli edifici. L’industria deve dare priorità all’efficienza dei materiali e all’ottimizzazione strutturale fin dall’inizio per ridurre il carbonio incorporato. L’implementazione di una valutazione del ciclo di vita aiuta a identificare e ridurre l’impatto delle emissioni di carbonio in ogni fase, dalla produzione e costruzione alla fine del ciclo di vita di un edificio.

Le azioni chiave comprendono la scelta di materiali a basse emissioni di carbonio, l’adozione di metodi di costruzione modulari, l’adeguamento degli edifici esistenti, piuttosto che le nuove costruzioni, e il riutilizzo dei materiali. Strumenti come Nooco, una soluzione Deepki, possono migliorare questi sforzi fornendo informazioni dettagliate sull’impronta di carbonio di un edificio, consentendo di prendere decisioni più informate. Integrando queste pratiche, il settore immobiliare può fare passi da gigante nella riduzione delle emissioni di carbonio incorporato e per un futuro più sostenibile.

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