I 6 passi chiave per ridurre efficacemente la propria impronta ambientale

Elisa Provenzale
Date31 Agosto 2022

Gli stakeholder e numerose leggi ambientali, come la legge sulla transizione energetica, stanno esercitando una pressione crescente sul settore retail per ridurre la propria impronta ambientale. Ma a volte è difficile sapere da dove cominciare per ridurre i consumi energetici. Inoltre, senza una strategia concreta di efficienza energetica, le azioni vengono spesso intraprese in modo disordinato e non sono monitorate nel tempo. È quindi impossibile conoscere il loro reale impatto. Ecco una guida in sei passi pragmatici per aiutarvi a ridurre efficacemente la vostra impronta ambientale.

Fase 1: Avere una visione completa del proprio patrimonio immobiliare

Innanzitutto, è necessario avere una visione completa del proprio parco immobiliare: numero di edifici, consumo totale, consumo per edificio, ecc. Questa fase può basarsi sull’automazione della raccolta dei dati esistenti e sulla mappatura tra fatture ed edifici per conoscere i consumi di ciascun edificio. Questo vi permetterà anche di fare il punto su ciò che state pagando e di identificare eventuali contratti “orfani” (contratti fatturati ma non collegati a un punto di consegna) o “sotterranei “(contratti fatturati quando dovrebbero essere terminati ad esempio in seguito a un trasloco).

Fase 2: Controllare le fatture

Una volta ottenuta una panoramica del vostro parco, iniziate a controllare le bollette energetiche per assicurarvi che non ci siano errori. La semplicità di questo primo passo può farvi sorridere, ma dovete sapere che gli errori di fatturazione sono numerosi: in media, 1 bolletta errata su 30 bollette dell’elettricità e 1 bolletta errata su 100 bollette del gas. È quindi necessario controllare ogni bolletta  per assicurarsi che non vi siano errori di fatturazione

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Fase 3: Ottimizzare i contratti

Una volta controllate le bollette si può passare all’ottimizzazione dei contratti. Non è raro sottoscrivere contratti che offrono un consumo di elettricità ben superiore alle reali necessità. Sebbene il consumo massimo consentito permetta di consumare senza limiti o sanzioni, rappresenta un costo mensile significativo. L’uso di algoritmi permette di abbassare il più possibile il consumo massimo consentito dal contratto, garantendo comunque il limite di consumo. In questo modo, potrete stipulare il contratto più adatto alle vostre esigenze e risparmiare sul budget energetico.

Fase 4: Rilevare i consumi anomali

Dopo aver controllato le bollette e ottimizzato i contratti, si può finalmente passare al sodo e iniziare ad attuare un piano di efficienza energetica. L’ obiettivo  è quello di individuare gli edifici con consumi anormalmente elevati. Attenzione però: è normale che alcuni edifici consumino più di altri, a seconda delle dimensioni, dell’area geografica, del clima, ecc. È necessario confrontare gli edifici a parità di condizioni.
Oltre a correggere i dati di consumo in base al clima, si consiglia  anche di suddividere il parco immobiliare  in gruppi di edifici simili, ma molto diversi tra loro. Utilizzando il clustering dei dati, è possibile evidenziare gli edifici più energivori in ciascun gruppo di edifici. È proprio su questi edifici che si dovrebbero intraprendere le prime azioni di gestione energetica (ad esempio: campagna di relamping, sostituzione di vecchie apparecchiature, ecc.)

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Fase 5: stabilire le priorità delle azioni da attuare

Una volta individuate le anomalie di consumo, si può passare all’attuazione di azioni correttive per ridurre il livello di consumo energetico. Questo passo può sembrare complicato perché spesso si immagina che sia necessario un grande investimento. Tuttavia, ci sono molte azioni che richiedono un piccolo investimento iniziale e che possono essere intraprese per affrontare prima i “cattivi risultati”. Ad esempio, la sensibilizzazione del personale può incoraggiarlo a prestare maggiore attenzione allo spegnimento di luci e impianti di riscaldamento al di fuori degli orari di apertura per ridurre i consumi. Inoltre, i risparmi iniziali derivanti da interventi a basso costo possono essere utilizzati per implementare successivamente interventi più costosi.

Fase 6: monitorare le azioni intraprese e misurarne l’efficacia

Una volta stabilito il piano d’azione, è essenziale garantire che le azioni vengano attuate correttamente nel tempo. A tal fine, si può utilizzare uno strumento di monitoraggio collaborativo in cui ogni stakeholder può riferire sull’avanzamento di ogni azione e sulle eventuali difficoltà incontrate.
Oltre a monitorare i progressi del progetto, dovrete anche assicurarvi che le azioni implementate siano efficaci, calcolando la riduzione del consumo energetico. Tuttavia, non è un calcolo facile da fare, poiché il risparmio energetico è, per definizione, un non consumo. Dovrete confrontare il consumo energetico prima e dopo l’implementazione delle vostre azioni correttive su un periodo di tempo simile o tramite una proiezione grafica.

Proiezione grafica che consente di calcolare la differenza tra i consumi prima (curva blu) e dopo (curva verde) l’attuazione di un’azione correttiva.

Il settore del retail è sottoposto a forti pressioni per ridurre la propria impronta ambientale. Fare il grande passo può spaventare, ma una metodologia pragmatica basata sui dati esistenti è la chiave del successo.