Reporting ESG: scoprite la metodologia più adatta ai vostri obiettivi e le migliori pratiche 

Bastien Halary
Date19 Maggio 2022

Oggi, i criteri finanziari da soli non sono più sufficienti a soddisfare le aspettative dei vari stakeholder e le organizzazioni devono affrontare una crescente pressione da parte del mercato – in particolare in seguito all’emergere di numerosi regolamenti in Europa come il decreto sul terziario, la legge MEES ( (Minimum Energy Efficiency Standards)  il decreto olandese sull’edilizia, ecc… Per aiutare gli operatori immobiliari in questa ricerca di valore extra-finanziario, esistono oggi numerosi label e certificazioni che offrono diversi tipi di analisi per immobili, portafogli e fondi. Per valutare le vostre iniziative ESG (Environmental, Social and Governance) e comunicare i vostri impegni, il reporting ESG è ormai uno strumento indispensabile. Ma incorporare questi criteri ESG  nella propria strategia globale e fornire un reporting ESG coerente richiede un approccio pragmatico, che dia priorità alle azioni in base ai vostri obiettivi e a ciò che state cercando di valorizzare.  Analizziamoli insieme!

4 buone ragioni per incorporare i criteri ESG alla vostra strategia aziendale

1. Perché l’investimento etico è più resiliente

La crisi del Covid-19 ha dimostrato che l’investimento etico è più resiliente di quello puramente finanziario. Secondo Olfa Maalej, membro del CdA di Neuflize OBC, gli indici aziendali SRI (Sustainable and Responsible Investment) superano gli indici tradizionali del 4,5%.

2. Perché è essenziale guardare l’economia globale

Al giorno d’oggi è imperativo guardare  la nostra economia da un punto di vista globale: nessun elemento è autonomo o indipendente da fattori esterni. Allo stesso tempo, per guardare all’economia nel suo insieme significa considerare tutto ciò che ha un impatto: posti di lavoro, ambiente, ecc.

3. Per promuovere l’immagine della vostra azienda

Gli scandali sulle condizioni lavorative o sull’impatto ambientale sono sempre più frequenti e le richieste di boicottaggio sempre più numerose. Comunicare i propri impegni in materia ESG è un modo positivo per differenziare e promuovere la propria azienda.

4. Per ridurre l’impatto ambientale dell’edificio

In Europa, il settore immobiliare rappresenta il 40% delle emissioni di carbonio. La metà di queste emissioni proviene dalla costruzione e l’altra metà dall’utilizzo degli edifici. La riduzione di queste emissioni avrebbe un impatto significativo e positivo sull’ambiente.  Adottare poche e semplici misure può portare ad ottenere risparmi sostanziali. Per esempio, mettere insieme i diversi team sullo stesso piano di un edificio durante i mesi estivi (quando molti uffici sono vuoti) può ridurre il consumo energetico del 75%.

Leggi anche: 2023: un’ondata di nuovi requisiti di reporting ESG

Le nuove sfide del reporting ESG

Per definizione, l’obiettivo del reporting ESG è quello di fornire una valutazione della performance extra-finanziaria dei vostri asset in un determinato momento, permettendovi di monitorare i progressi della vostra strategia ESG e di condividere le informazioni sulle vostre azioni e risultati con i vari stakeholder.

Realizzando una serie di rapporti successivi, potete mappare l’evoluzione della vostra performance ESG, sia essa positiva o negativa. La domanda cruciale è la seguente: come valutare questo percorso per sapere se ci si sta muovendo nella giusta direzione e al giusto ritmo? Le risposte possono essere ritrovate in tre diversi approcci al reporting ESG:

1. Certificazioni: le certificazioni  permettono di valutare la propria performance ESG rispetto a uno standard, assegnando un punteggio.Si tratta di strumenti utili a fini di valutazione e di guida, ma possono tradursi in uno sforzo inutile se diventano un obiettivo in sé: ottenere una certificazione non dovrebbe mai eclissare l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO₂. Inoltre, le certificazioni non sono adatte a un approccio basato su obiettivi misurabili a lungo termine;

2. Traiettoria carbonica: per esempio, l’obiettivo della neutralità carbonica entro il 2050. Le traiettorie carboniche permettono di comunicare in modo molto più coinvolgente e trasparente sul mercato, in particolare grazie a metodi di calcolo formalizzati. Inoltre, un indicatore di emissioni di carbonio è molto più semplice da capire di una certificazione o di un punteggio di un’agenzia di rating.

3. Benchmark: una via di mezzo tra le certificazioni e le traiettorie di carbonio, i benchmark permettono di confrontare ogni anno la propria  azienda con le concorrenti, attenuando la distorsione di un rating astratto rispetto alla realtà del mercato, senza purtroppo prendere in considerazione sul serio gli obiettivi a lungo termine.

Ma come scegliere l’approccio migliore per valutare la propria performance ESG? È importante notare che tutti e tre gli approcci sono probabilmente oggi necessari per consentire la trasformazione del mercato. I nuovi attori che vogliono fare un bilancio iniziale della loro performance ESG possono rivolgersi alle certificazioni. Quelli più esperti in questioni ESG possono stabilire degli obiettivi di Net Zero a lungo termine e costruire la loro tabella di marcia di conseguenza. Infine, per i molti attori che cercano di misurarsi con la concorrenza, sia per scopi di marketing che per monitorare la loro transizione, il benchmarking è perfettamente adatto alle loro esigenze.

3 passi per definire una strategia ESG adatta al proprio patrimonio

1. Fate il punto della situazione

Una volta che avete individuato chiaramente tutti gli asset del vostro portafoglio, mappate le iniziative volontarie che sono già in atto (reporting, certificazioni, ecc.). Fate l’inventario di tutti gli obblighi a cui siete soggetti e assicuratevi di essere in regola. Questa è anche un’opportunità per vedere come la propria azienda si confronta con la concorrenza, per scoprire in quali aree si è più avanti di loro e in quali aree si deve invece recuperare.

Lo sapevate? Gli open data possono essere un primo passo per valutare le prestazioni dei vostri asset. Per esempio, utilizzando un semplice indirizzo è possibile accedere a molte informazioni su un edificio, visualizzare le certificazioni e valutare i rischi potenziali (inondazioni, terremoti, vicinanza a impianti chimici, eccetera). Si possono anche valutare le caratteristiche specifiche dell’edificio (superficie, certificazioni), il contesto locale (qualità della vita nella zona, accesso ai trasporti) o anche la resilienza dell’edificio alle minacce naturali e tecnologiche.

2. Definite i vostri obiettivi ESG

Definite degli obiettivi coerenti e adatti alle vostre sfide e assicuratevi che rispettino tutte le normative e di tutti i rischi. È inutile cercare di fissare degli obiettivi troppo ambiziosi e irraggiungibili: siate ambiziosi ma realistici! Prima di intraprendere qualsiasi azione, comunicate questi obiettivi in modo chiaro e semplice ai vostri team, per fare in modo di coinvolgere tutti nelle vostre scelte strategiche. Infine, stabilite degli indicatori di monitoraggio concreti e misurabili. Questi saranno essenziali per determinare se siete sulla strada giusta o meno.

3. Mettete in atto la vostra strategia

Identificate le persone e i gruppi responsabili di portare avanti le iniziative e lavorate con loro per stabilire un calendario comune che delinei tutte le iniziative da realizzare. Mappate e centralizzate tutte le informazioni chiave in modo che tutti vi abbiano accesso, il che faciliterà la comunicazione e renderà più facile l’avanzamento dei progetti. Infine, monitorate i progressi degli indicatori che avete definito. E durante tutto il processo, ricordatevi di puntare al miglioramento continuo: per esempio, ottimizzando la vostra raccolta di dati o elaborando raccomandazioni a breve, medio e lungo termine.

Leggi anche: Redo SGR collabora con Deepki per la valutazione GRESB

Caso studio cliente

Mercialys ha collaborato con Deepki per centralizzare tutti i suoi dati ESG e semplificare il reporting CSR. Il progetto si è sviluppato in tre fasi:

  1. Raccolta e centralizzazione dei dati sulla piattaforma Deepki Ready. Mappatura con il sistema IT legacy e integrazione di vari tipi di dati: asset, attività, consumo, ESG.
  1. Miglioramento dell’affidabilità e della tracciabilità delle informazioni: configurazione di moduli di raccolta dati per diversi utenti (amministratori di immobili, direttori di centri, risorse umane, ecc.), creazione di un processo di convalida delle informazioni in 3 fasi con la possibilità di aggiungere documenti di supporto per facilitare le attività di audit.
  1. Calcolo degli indicatori CSR: automazione del processo e creazione di un export consolidato pronto per l’uso.

Grazie a questa collaborazione, Mercialys dispone ora di dati ESG affidabili e centralizzati su un’unica piattaforma, semplificando la rendicontazione CSR e gli audit annuali.

Buone pratiche da adottare

  • Incoraggiare la collaborazione interna incrementando la consapevolezza e sensibilizzando i dipendenti. Questo passaggio è essenziale e deve essere fatto a monte.
  • Automatizzare la raccolta di dati laddove possibile; in caso contrario, semplificare la raccolta utilizzando un unico modulo.
  • Mantenere con regolarità riunioni di follow-up con obiettivi specifici. Ogni stakeholder ha bisogno di una chiara visione d’insieme del progetto e dei suoi progressi, per essere efficace.
  • Adottare un approccio di progresso continuo, puntando sempre a far progredire il vostro processo e il vostro team.

Definire la vostra strategia ESG e comunicarla chiaramente attraverso gli strumenti di rendicontazione sono pratiche essenziali al giorno d’oggi, ma non è sempre facile sapere da dove cominciare. Seguire il nostro approccio in 3 fasi (valutazione, definizione degli obiettivi, implementazione e follow-up) vi aiuterà a iniziare e a garantire l’esito della vostra iniziativa!